Emergenza coronavirus, parla la psicologa Edda Cioffi

La convivenza nel periodo del coronavirus?

La convivenza soprattutto se forzata tende a inficiare anche il rapporto più sano e funzionale. Alcuni studi sulla sistemica familiare insegnano che ogni individuo tende ad investire la propria emotività e gettare le proprie frustrazioni su due  tipologie di persone quelle con cui sta più tempo e quelle su cui ripone più fiducia.

Chiaro è che in questo periodo di convivenza 24 ore su 24 senza distrazioni di hobby, lavoro ed uscite più o meno formali, anche le dinamiche più sane possono sovvertire le loro sorti divenendo a lungo andare insostenibili.

 

Cosa può fare uno psicologo in questo periodo?

Un supporto anche se solo telefonico può essere molto funzionale soprattutto su tre versanti: accoglienza, informazione e formazione.

Attraverso un ascolto attivo, che non equivale solo un mero sentire ma ad accogliere attivamente gli individui fragili, si può indurre a rendere quel macigno  di sofferenza meno pesante e parzialmente più leggero. La possibilità di essere accolti e contenuti diviene in tal senso fondamentale e non fa entrare in quel vortice di disperazione, che per una persona già di per sé sofferente e magari con patologie di diversa natura può essere fatale.

Gli effetti dell’isolamento?

L’ isolamento in soggetti che hanno già un supporto psicologico può rappresentare un terreno di prova. Una sorta di prova del nove per testare quanto il lavoro di Co costruzione fatto con il proprio terapeuta possa essere stato solido ai fini di un’identità integra. Un’identità matura non ha bisogno di appoggiarsi agli altri, ma sa stare bene anche sola.. Ha bisogno di appartenere a classi o gruppi poiché ogni individuo è un essere sociale, ma non ha esigenza di rapporti di dipendenza. Certamente i social oggi possono essere un valido supporto per sentire un amico, per parlare con chi non ci si relazionava da tempo, per sentirci vicini anche se distanti… L’ importante è non esasperare il loro uso… Come in ogni cosa…

 

Si può essere felici in questi periodo del Coronavirus?

La felicità è un concetto davvero complesso per alcuni filosofi dura un attimo, per altri si raggiunge con il piacere e per altri ancora con razionalità. Insomma… Il dibattito è ancora aperto.
Forse raggiungere la felicità in questo periodo di dolore e noia è alquanto complicato ma possiamo arrivare alla serenità con diversi ingredienti.
La creatività:,Cercate il bambino che è in voi e fatelo giocare non limitando la sua immaginazione.
L’ottimismo:, pensare positivo crea energia positiva, stimola la produzione della serotonina, alzando di riflesso le nostre difese immunitarie.
Il tempo: Ora abbiamo il tempo di fare tutte quelle cose che prima non potevamo fare… Cogliamo questo tempo e godiamocelo tutto.
Questo è il momento di testare la nostra resilienza, ovvero la capacità di far fronte ad eventi negativi in modo positivo ed uscirne migliori talvolta anche persone migliori… E questo ne è il caso.