Si è svolta nel napoletano pochi giorni fa una commovente storia nata da un incontro casuale e che ha come lieto fine una bellissima amicizia: “Stavo riaccompagnando a casa una mia amica che aveva partecipato alla mia festa di compleanno e noto un ragazzo accasciato a terra. In tanti non si sarebbero fermati: quel tizio poteva essere chiunque, addirittura fingere un malore per poi derubare chi lo avrebbe soccorso! Non so perché, ma questo pensiero in quel momento non mi ha neanche sfiorato: l’ho fatto salire nella mia macchina, l’ho accompagnato in un albergo ove si è lavato, e ci siamo addormentati insieme. I miei amici nel frattempo mi cercavano in quanto avremmo dovuto continuare i festeggiamenti per tutta la notte, ma io ho preferito declinare i loro inviti e rimanere in albergo con lui. Il sorriso di Raffaele mi ripagava più di una notte passata a far baldoria. Quando mi son svegliato alle 8 del mattino lui dormiva ancora: ero vestito particolarmente bene la sera prima, indossavo degli accessori preziosi, ma nulla mi era stato sottratto mentre riposavo… Un’ulteriore prova di quanto quel ragazzo fosse una brava persona – racconta uno dei protagonisti dell’accaduto -. Ho aiutato un ragazzo che non è stato fortunato quanto me, l’ho fatto in occasione del mio trentesimo compleanno, lo rifarò in occasione del mio prossimo compleanno, magari educherò i miei figli a farlo». Vincenzo Paolino ha 30 anni e fa l’imprenditore: è cresciuto in zona Cavalleggeri, a Napoli, e si è rimboccato le maniche sin da ragazzino, e forse per questo sa cosa vuol dire essere meno fortunati… “Prima di diventare imprenditore, ho fatto tanti lavori – anche umili – che mi hanno permesso di individuare la strada giusta che dovevo percorrere“, racconta Vincenzo. La sera del suo trentesimo compleanno ha incontrato Raffaele, 23 anni, che da Roma è scappato a Napoli probabilmente perché vittima di maltrattamenti da parte di sua mamma, a suo dire tossicodipendente (il papà è morto di overdose). Purtroppo il giovane romano è già balzato agli onori della cronaca due anni fa, quando è stato soccorso da due ragazzi a Civita Castellana mentre tentava di togliersi la vita.
«Oggi sono più contento di quello che ho: dovrebbero provarlo tutti, perché fare del bene ti dà un’energia nuova. C’è ancora un’Italia con il cuore in mano, ma è un fondo di buono che, per venire fuori, ha bisogno di strumenti come il crowdfounding». Chi vuol contribuire al reinserimento in società di Raffaele e di altri ragazzi che vivono in condizioni simili alle sue può farlo attraverso la piattaforma www.buonacausa.org