“Blu oltremare” di Anna Mozzi, poesie dedicate ai dispersi in mare e ispirate alle diatomee

Recensione Di Viola Verne

 

Blu oltremare, la raccolta di poesie, edite da Apeiron edizioni, partorita dalla penna eloquente, sensibile e attenta di Anna Mozzi, è un testo dedicato a chiunque è stato, è e sarà, in qualsiasi modo, “chiamato” dal blu del mare, come recita la dedica in appendice redatta dall’autrice, che erige un sacrario a tutti i bambini, le persone disperse in mare, in terra, in aria e in ogni luogo, cancellate nella memoria, costrette all’oblio, espropriate e saccheggiate dai loro destini. E continua: “Le persone non si archiviano, le vite spezzate non si suturano neanche in conto terzi, perché non esistono vite di scarto”.

Con questo esordio non si fa fatica ad intuire con quale e quanta attenzione, coralità, lirismo, la Mozzi si muove in questo mare di parole e di sentimenti che fanno del libro un prezioso documento letterario ispirato, tra l’altro, a quegli stupendi organismi unicellulari, chiamati diatomee. Queste alghe colorate, e dalle straordinarie proprietà, sono presenti all’interno del volume sotto forma di disegni, realizzati dall’artista Francesca Bartalini.

“Questo, però, non è un saggio zoologico”, informa Angelo Pizza nella sua introduzione al libro, e chiarisce: “ha comunque un suo innegabile fascino, come ad esempio il volume Kunstformen der Natur di Ernst Heinrich Haeckel del 1904, ove tante diatomee son raffigurate. Non possiamo, tuttavia, negare che la descrizione scientifica sia pienamente corrispondente alle sensazioni generate dalla visione di queste delicate creature microscopiche. Ed è allora con rara sintonia che leggiamo queste poesie, che rispecchiano caratteristiche essenziali di esistenze del regno vegetale”.

Il titolo Blu oltremare rimanda ad un pigmento inorganico antico che si affianca al rosso porpora e all’oro, e secondo la Mozzi, all’iconografia sacra. Va da sé la presenza di una componente mistica legata alla visione del pathos e alle persone che soffrono. Tra le pagine, sempre rispetto a quanto espresso dall’autrice, la sofferenza va sdoganata, decodificata, derubricata, testimoniata. Questo è il suo personale contributo agli altri, attraverso la condivisione collettiva della scrittura. Così, la speranza, ingrediente indispensabile per vivere, viene promosso e valorizzato.

“Oggi nel mondo domina l’apparenza, la distrazione, la disumanità”, dichiara Anna Mozzi. “Penso anche all’immigrazione, alla commercializzazione dei corpi, alla gente che sfugge alla morte certa e s’imbarca per incontrare la speranza e un riscatto. Mete cercate attraverso viaggi in mare che non sempre si concludono a buon fine”.

Tra le righe, propositi positivi e appunto di speranza come nella poesia Oro verde:

Sperimentiamo il nostro viaggio, transeunte,

sulla sabbia,

ma è sulla roccia del mare,

che ritroviamo OSTIE CONSACRATE, eterno RIZOMA

di bagliore splendente.

Sono boccioli di materia prima, di ORO VERDE.

Sono la strada maestra.