I PROSSIMI APPUNTAMENTI DEL TEATRO CILEA

MAURIZIO CASAGRANDE

dal 10 al 20 novembre

In un periodo di grande difficoltà per le restrizioni e le incertezze dovute alla pande-mia che ci ha colpiti così duramente, ho preferito scrivere ed allestire uno spettacolo agile e leggero che mi permettesse di girare con facilità e di poter mantenere bassi i costi per sostenere i teatri che hanno importanti difficoltà economiche, ma senza per questo rinunciare allo stile e alla qualità che da sempre mi hanno dato la possibilità di costruire un rapporto di fiducia con il pubblico che mi segue da anni. Il tutto immerso in un’atmosfera di intimità e condivisione che tanto ci sono mancati ultimamente.
Semplice, confidenziale e di grande presa sul pubblico che si ritrova im-merso in una atmosfera calda e pia-cevole, ma mai banale o approssima-tiva. Tutto avviene in una apparente improvvisazione che, nello svolgersi della serata, svela il raffinato disegno generale.
In scena una pianista, una cantante e Maurizio Casagrande. Due donne ed un uomo. Un “triangolo” pericoloso che porterà le ragazze a coalizzarsi contro di lui mettendolo in netta mi-noranza.
Lo spettacolo, che ha una durata di circa un’ora e quaranta minuti, è strutturato in tre parti fondamentali che si amalgamano in una struttura omogenea.

 

EDUARDO DE CRESCENZO

22 novembre 2022

AVVENNE A NAPOLI passione per voce e piano
un disco, un libro, un concerto.

E’ l’omaggio che Eduardo De Crescenzo, nel pieno della sua maturità espressiva, ha voluto rivolgere alle sue radici culturali. Rilegge la CANZONE CLASSICA NAPOLETANA dai suoi esordi, intorno al 1800, fino al 1950, quando con lo sbarco degli alleati americani arriverà in Italia il jazz e la musica cambierà per sempre. La sua voce iconica affronta magistralmente, per la prima volta, 20 grandi classici di “un repertorio che gli appartiene per DNA”, come dice Federico Vacalebre, giornalista e critico musicale, nel suo libro “Storie del canzoniere napoletano” che accompagna la pubblicazione dell’album.

ELIO

Dal 1 al 4 dicembre

Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, è stato il cantautore più eccentrico e personale della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: allegria e tristezza, tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente.
Jannacci è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni ‘60 e ‘70, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale.
“Roba minima”, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente. Un Buster Keaton della canzone, nato dalle parti di Lambrate, che verrà rivisitato, reinterpretato e “ricantato” da Elio.
Sul palco, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, troveremo assieme a Elio cinque musicisti, i suoi stravaganti compagni di viaggio, che formeranno un’insolita e bizzarra carovana sonora: Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono, Giulio Tullio al trombone. A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Beppe Viola a Cesare Zavattini, da Franco Loi a Michele Serra, da Umberto Eco a Fo o a Gadda.
Uno spettacolo giocoso e profondo perché “chi non ride non è una persona seria”