Incontro-lezione con Piera Violante Ruggi D’Aragona ospite del Laboratorio del Prof. Giordano all’Orientale

Piera Violante Ruggi D’Aragona è la seconda ospite del laboratorio di produzioni audiovisive di Francesco Giordano condotto in modalità e-learning per il secondo anno consecutivo

Tutto ciò che concerne il sonoro è un elemento determinante di un prodotto  filmico, ma anche di un programma televisivo o ad esempio di un telegiornale, o ancora di uno spettacolo live. La qualità e la scelta dei suoni così come la funzione specifica di ogni diverso tipo di microfono adoperato scandisce una precisa scelta stilistica e comunicativa, che segue modelli standard o se ne discosta volutamente.

Immaginiamo come all’interno di una produzione audiovisiva i suoni possono riempire i momenti morti, sottolineare attimi carichi di pathos e introdurre musiche che entrano nella memoria collettiva. Il sonoro racchiude dialoghi, effetti sonori e musica.

E proprio sul corretto e diverso uso dei suoni e della voce si è basato il secondo degli incontri- lezione del docente, regista e videomaker Francesco Giordano nel suo Laboratorio di Produzioni Audiovisive, Teatrali e Cinematografiche dell’Università Orientale di Napoli che anche quest’anno prosegue in modalità e-learning.

Seconda ospite è stata Piera Violante Ruggi D’Aragona,  docente di recitazione e dizione, attrice, regista, doppiatrice, casting director, direttrice artistica  di “BdS Academy”, che da  anni forma giovani talenti per il mondo dello spettacolo.

Piera violante, che di base vanta una lunga e approfondita  formazione linguistica, ha condotto gli studenti, il Giordano e i giornalisti presenti in collegamento in un’affascinante lezione interattiva e coinvolgente facendo toccare con mano e vivere in maniera esperienziale, attraverso esercizi ed esempi pratici, i meccanismi della fonetica alla base dell’uso corretto della lingua e della voce.

Più che un incontro un vero workshop che ha catturato gli studenti, facendo loro cogliere quanto utilizzare la lingua nella maniera giusta sia un valore aggiunto non solo nel cinema o nel teatro, in cui saper lavorare con la voce è imprescindibile, ma in ogni mestiere che concerne la comunicazione. In fondo “parlare bene” significa saper comunicare e visto che tutto è comunicazione l’insegnamento riguarda le vite di ognuno e i nostri rapporti interpersonali.

Parlare correttamente significa dunque pronunciare le parole con i giusti suoni, conoscere le sonorità delle parole, lavorare sui regionalismi  e le proprie cadenze, non dimenticando mai come anche le appartenenze regionali siano una ricchezza espressiva da salvaguardare (e anche richiesta in un determinato cinema come caratteristi).  Conoscere le regole fonetiche, seguire le giuste pause, intensita, il ritmo, i tempi della voce permette di padroneggiare la voce e il suono e realizzate l’ortoepia, ovvero la corretta pronuncia delle parole. La respirazione è il primo atto della fonazione, ecco che quindi imparare a respirare ed esercitarsi al movimento dei muscoli facciali sono esercizi basilari per una buona dizione di attori e speaker.

Pungolata dal giornalista Luigi Pasquariello Piera Violante ha affrontato anche l’argomento social network e chat virtuali, che ora più che mai scandiscono il tempo nelle nostre vite, mostrando apertura verso i nuovi mezzi espressivi, ma sottolineando quanto le chat stiamo impoverendo il nostro linguaggio, appiattendolo e a volte storpiandolo e quanto la complessità della comunicazione tra esseri umani, fatta sì di parole ma anche voce, gesti, sguardi, prossemica, tutto il linguaggio non verbale sia così importante nel lavoro di un attore e così annullato dalla comunicazione in chat, che mai deve sostituire il reale e prendere il sopravvento. In conclusione si è voluto spostare l’asse della discussione sull’ attualità. Il mondo dell’arte sta pagando un prezzo altissimo, dovuto al protrarsi della pandemia, ma anche la formazione come le scuole professionali di recitazione sta attraversando una fase difficile.

Eppure sappiamo come la formazione sia importante, basilare oltre la passione e il talento. Quali saranno le conseguenze a medio – lungo termine della pandemia sulla formazione artistica? E quanto l’ intero mondo artistico nelle sue variegate espressioni ne stia risentendo lo abbiamo chiesto a Piera Violante, che con grande partecipazione emotiva, ha mostrato rammarico e dolore nel descrivere l’attuale situazione del comparto artistico, fermo ai box da oltre un anno e senza prospettive imminenti di ripresa, che ha dovuto adattarsi e reinventarsi, ma senza un sostegno adeguato, concreto e basilare che proteggesse il mondo della cultura e un interesse attivo verso la categoria.”In Italia – ha spiegato l’ospite – si ha un po’ la sensazione che tutto quanto è cultura ci ruota intorno non è considerato lavoro vero da tutelare, da difendere”.

Parliamo di un patrimonio artistico, storico, culturale immenso e del lavoro di associazioni, piccole e grandi società, cooperative che sono state lasciate ai margini e che rischiano di morire, depauperando il  nostro paese, che a differenza di altre realtà europee o internazionali non investe a dovere nella cultura e nell’indotto che vi ruota intorno, non considerando quanta economia produttiva muova a raggiera. “Manca una coscienza di classe del settore che sia unita e coesa e che possa imporre la necessità di una cambio di passo” dice Piera, appassionata e determinata nei suoi progetti lavorativi che ha raccontato ai ragazzi con grande entusiasmo. Piera Violante, così come il docente Francesco Giordano, ha instaurato da subito una relazione positiva con gli studenti, che è andata oltre la lezione frontale, ha abbattuto il muro della distanza attraverso coinvolgimento emotivo, ascolto, scambio ed empatia. E sappiamo quanto l’apprendimento significativo passi attraverso l’emozione.