La recensione del Cortometraggio “Black Dressed Lady” a cura della dott.ssa Alessia Belgianni

Nell’interessante cortometraggio “Black Dressed Lady” , lo sceneggiatore  e regista Davide Guida,  ha voluto prendere in considerazione diversi aspetti a partire dalla sfiducia, di una persona tradita, nei confronti degli altri, dalla fragilità emotiva, fino ad arrivare alla pericolosità del web, allo stalking, e a quel processo che può trasformare la sofferenza in rabbia e violenza, rendendo la vittima un carnefice.

Grazia è la protagonista del filmato, e proprio lei è vittima di un duplice tradimento, da parte della sua amica e da parte del suo uomo, Gabriele. Episodio, questo, che senza dubbio  può considerarsi la causa del profondo stato di depressione che vive la donna. Quest’ultima, infatti, è sempre cupa nel suo modo di vestire, sempre di nero, e nel suo umore, in quanto triste, costantemente arrabbiata, ma soprattutto estremamente sfiduciata nei confronti degli altri. Tale sfiducia si evince particolarmente quando Grazia, sul web, conosce un altro uomo, Antonello, il quale la convince ad incontrarsi per conoscersi, nonostante lei si sia dimostrata restìa . Di fatto i due fissano un appuntamento,  in occasione del quale è possibile notare il comportamento di Grazia. Emerge la sua paura di una nuova conoscenza, la rabbia con la quale si rivolge ad Antonello, a tratti la sofferenza nelle sue parole, e quella forma di eccessiva sfiducia determinata dai tradimenti che ha subìto.

La conoscenza dura poco, perché Grazia sceglie di tirarsi indietro. Antonello più volte cerca di costringerla a vedersi ancora con lui, raggiungendola addirittura sotto casa, citofonandole e chiedendole di scendere, sottoforma di imposizione.  E’ lampante che la donna è stalkerizzata. Dunque, presa da una sofferenza e da una rabbia, che già l’hanno assalita precedentemente per quell’evento traumatico,  scende e, con un colpo di pistola, lo uccide. Siamo difronte ad uno di quei casi in cui la persona che inizialmente era vittima, alla fine si ritrova ad essere carnefice.  Non essendo psicologicamente stabile, è arrivata addirittura ad uccidere, e, dico di più, avrebbe voluto uccidere una seconda volta, quando ha visto Gabriele (l’uomo che l’ha tradita) seduto al tavolo di un bar con un’altra donna. E’, quindi, nota la pericolosità sociale di questa donna, che, nelle sue condizioni, avrebbe dovuto chiedere aiuto ad una figura specializzata come uno psicologo, e avrebbe dovuto sicuramente rivolgersi a chi di competenza (anche le Forze dell’Ordine)  nel momento in cui si è resa conto di subìre lo stalking. Ciò non è stato fatto, per cui ne consegue che essendo emotivamente molto provata, e nel pieno di una depressione, ha commesso un reato.

Prima di concludere vorrei fare altre due precisazioni.

  • E’ del tutto comprensibile il fatto che un tradimento possa portare ad una forma di sfiducia nei confronti degli altri, è comprensibile che possa essere un evento traumatico difficile da affrontare e superare, ma è sbagliato pensare che tutte le persone siano uguali e che tutte vogliano farci del male. Se si è stati traditi non vuol dire che accadrà necessariamente una seconda volta.
  • Lo stalking si deve combattere nella maniera più opportuna, rivolgendosi alle Forze dell’ordine e denunciando. Mai sottovalutare per il timore di agire !

 

 

 

 Dott.ssa Alessia Belgianni

Sociologa e Criminologa, Esperta in Scienze Forensi, Criminologia Investigativa e Criminal Profiling.

Socio dell’ Osservatorio Violenza e Suicidio.