L’ECCIDIO DI NOLA, PRIMA RAPPRESAGLIA NAZISTA DOPO L’ARMISTIZIO DELL’8 SETTEMBRE

L’Eccidio di Nola è stata la prima rappresaglia nazista dopo l’armistizio dell’8 settembre. Le vittime: da ogni parte d’Italia, Nord, Centro e Sud. Tutta l’italia era rappresentata.

Il 15 aprile ore 15  a Roma presso la Camera dei Deputati sarà presentato il documentario “L’Eccidio di Nola”, regia di Felice Ceparano, musiche di Gerardo Ceparano, con la partecipazione di Paolo Mieli.

Intervengono Francesco Forzati, nipote del tenente Enrico Forzati; Alberto Liguoro, figlio del tenente Alberto Pesce; Annette Walter, Capo dell’Ufficio Culturale presso l’Ambasciata della Repubblica Federale di Germania, Roma; Carmine Robustelli, Ministro plenipotenziario, Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale; Giovanni Velotti, Presidente ANMIG Nola. Modera Francesco Bellofatto. Letture di Ester Quercia.  Saranno presenti diversi familiari delle vittime della strage.

Il documentario, promosso da Extra Moenia e dall’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra, è stato sostenuto dal fondo Italo Tedesco  dall’Ambasciata della Repubblica federale di Germania a Roma e dal Ministero degli Esteri. Patrocinio Morale Comune di Nola

“La Storia, quella che si scrive con la S maiuscola e in cui protagonisti sono i popoli, gli eserciti, le masse e i pochi che manovrano eserciti e masse – scrive Aldo Masullo, testimone della strage -, copre e nasconde innumerevoli storie che si scrivono con la s minuscola, come nel caso dei morti di Nola, tutte vite miseramente travolte. Qualcuno, come fa l’amico Ceparano, cercando di ricostruire il tragico senso di quel giorno, fa opera meritoria”.

 

L’ECCIDIO DI NOLA

Il 10 settembre1943 a Nola, due giorni dopo l’Armistizio di Cassibile e un giorno dopo lo sbarco degli Alleati a Salerno, un autoblindo tedesco si ferma di fronte alla Caserma in Piazza d’Armi, scendono alcuni ufficiali tedeschi, forse tre, e si avvicinano a degli ufficiali italiani, volendoli disarmare e pretendendo che due di essi consegnino loro le pistole. Al netto rifiuto dei due militari italiani, segue una discussione animata e dopo una colluttazione, alcuni civili e militari presenti aprono il fuoco.

Alle 16,00, nei pressi della stazione Circumvesuviana, i tedeschi ricominciano a sparare sui passeggeri da poco arrivati da Napoli. I civili e i militari di Nola rispondono al fuoco.

L’11 settembre 1943, alle ore 11, una colonna di mezzi militari tedeschi arriva in Piazza d’Armi. Tutti i reparti italiani vengono fatti uscire dalla Caserma: dieci ufficiali vengono allineati contro il muro della Caserma per essere fucilati. La truppa viene dispersa, mentre gli Ufficiali superstiti vengono condotti in campi tra Telese e Frasso Telesino.

Ai corpi delle vittime viene stata data una misera e infamante sepoltura presso una latrina e la fognatura di scarico della stessa, a ridosso della Caserma. La pietas dei cittadini nolani fa in modo che l’offesa di una sepoltura in un luogo tanto indegno possa essere sanata con una più degna, seppure provvisoria, nelle cappelle gentilizie di alcune famiglie nolane in attesa della fine della guerra.

L’Eccidio di Nola oltre ad essere stata la prima rappresaglia nazista subito dopo l’armistizio dell’8 settembre, ha un’altra, triste peculiarità: le vittime provenivano da ogni parte d’Italia, Nord, Centro e Sud.