“Non vi lasceremo soli”, Il fenomeno del Bullismo e del Cyberbullismo in un mediometraggio sociale. La recensione della dott.ssa Alessia Belgianni

Oggi, soprattutto all’interno dei contesti scolastici, si verificano, spesso, atti di bullismo e cyberbullismo, fenomeni sociali sempre più diffusi e difficili da contrastare.

Come si è visto nel cortometraggio i bulli tendono a fare gruppo scagliandosi contro una ragazza, Fabiana, ed esercitando violenza fisica e verbale nei suoi confronti. Fabiana, infatti, è stata offesa, derisa, screditata, e addirittura afferrata e portata nel bagno della scuola, per costringerla a spogliarsi e a farsi fotografare. Le foto, poi, sono state pubblicate su tutti i gruppi social, con lo scopo di mettere la vittima in una condizione di ulteriore disagio. Ma quali sono le condotte comportamentali di coloro che esercitano il bullismo e le condotte comportamentali di chi subisce il bullismo? O meglio, come reagisce emotivamente la vittima?

Sono punti interrogativi ai quali il filmato ha dato chiaramente delle risposte. Iniziamo dicendo che il bullismo è una forma di devianza giovanile, che però può evolversi anche in forme di criminalità. È importante tenere presente che, nella nostra società, la violenza tra i giovani ha raggiunto livelli massimi di gravità, tanto che si arriva anche ad uccidere, magari per motivazioni banali. Ciò non vuol dire che possano esistere ragioni più gravi per le quali un omicidio possa essere giustificato. NESSUN MOTIVO più o meno grave può giustificare un crimine. E’ doveroso precisarlo e sottolinearlo.

Comunque, senza dubbio, chi esercita il bullismo e cyberbullismo, può essere punito legalmente, ad esempio se si verificano atti persecutori, oppure se si verifica la violazione della privacy della vittima attraverso la pubblicazione di contenuti privati, quali foto o video, ed è proprio quello che è accaduto a Fabiana. Fabiana che si è sentita sola, Fabiana che ha iniziato ad odiare se stessa sentendosi sbagliata, sentendosi “lo zimbello di tutti”, Fabiana che sentiva di essere la colpevole di ciò che le stava accadendo, Fabiana che credeva di essere il problema, Fabiana che è arrivata a non trovare soluzione se non quella di farsi del male. Stava per far uso di sostanze stupefacenti, ma fortunatamente è stata salvata. Si è lasciata adulare da un malintenzionato, il quale aveva sicuramente colto la sua fragilità, pertanto non è stato difficile convincerla del fatto che la droga potesse essere la risoluzione del dramma che stava vivendo.

Fabiana non andava più a scuola, perché quello era il luogo in cui stava vivendo il suo incubo, era il luogo da cui dover stare lontana, perché proprio lì c’erano quelle persone che temeva, persone che la stavano distruggendo. Infondo non riusciva più a vivere con il sorriso sulle labbra. Per altro non parlava con nessuno di ciò che stava subendo, né con i responsabili dell’istituto scolastico, né con la famiglia. Infatti chi subisce il bullismo prova un sentimento di paura nel raccontare, ma anche un sentimento di vergogna e frustrazione. Questo lascia spazio al silenzio piuttosto che al dialogo. E’ sbagliato, in quanto è fondamentale parlarne per poter ricevere aiuto, comprensione, e appoggio. Non si è mai soli in queste battaglie, c’è sempre qualcuno pronto a tendere la mano. Chi subisce violenza, come nel caso di Fabiana, tende ad isolarsi, a non voler stare tra gli altri. Abbiamo visto, infatti, che quando è stata invitata a giocare con gli altri ragazzi ha preferito starsene sola seduta sul marciapiede. Semplicemente aveva la convinzione di essere un errore ai suoi occhi e agli occhi degli altri. Quello che, però, conta davvero, è che Fabiana sia stata salvata. Ci sono ragazzi che, purtroppo, arrivano a commettere l’atto suicidario, passando anche per condotte autolesive. Ogni taglio sulla pelle non è altro che un grido d’aiuto. Un aiuto che non si può ricevere senza il dialogo, e non finirò mai di ribadirne l’estrema importanza. Così come una parola fuori posto può ferire una vittima al punto di ucciderla dentro, allo stesso modo una parola giusta può ricomporre tutti i pezzi che, dentro, si sono sgretolati per mano altrui. Perché si. E’ così. Quando ti senti sbagliata, quando ti senti a pezzi, non riesci più ad attribuirti un valore. Ti guardi allo specchio e non sai più chi sei. Ti siedi a tavola e non mangi, è chiuso il cuore ed anche lo stomaco. Svanisce ogni voglia, a volte, anche quella di stare al mondo. Ebbene, non deve assolutamente essere così. Perché la vita è bella e la vera fortuna è capirlo in tempo.

Voglio concludere con un concetto fondamentale. I bulli, per quanto possano sembrare forti, in realtà sono soggetti fragili che devono essere aiutati, e altrettanto le vittime di bullismo, le quali subiscono un vero e proprio trauma. Il bullismo e il cyberbullismo sono fenomeni che non vanno minimizzati e sottovalutati. Fabiana all’inizio ha affermato “ è stato solo un gioco”. Non è un gioco, perché un gioco non toglie il sorriso, non ci fa odiare, non ci toglie la voglia di vivere. La violenza non è uno scherzo. La violenza non fa ridere. La violenza fa piangere le vittime e , a volte, anche i loro cari, perché alcune di quelle scelgono, ingiustamente, di non restare sulla terra. Anche io stavo per fare quella scelta. Poi, ho capito che avevo ancora molto da donare agli altri. E sono rimasta. Oggi amo aiutare chi ha subito quello che ho subito io, sono sempre pronta per esserci. Perché, oggi, anche esserci, non è scontato.

Ho scelto di parlarvi con il cuore, essendo un tema a me particolarmente caro. Come dico sempre, prima di essere una professionista, sono umana, e devo lasciar spazio ai sentimenti e alle emozioni, nella speranza che io le trasmetta anche a chi mi circonda.

Dott.ssa Alessia Belgianni

Sociologa, Criminologa, Esperta in scienze forensi, criminologia investigativa, criminal profiling.

Socio Osservatorio Violenza e Suicidio.