Orientale, ultimo incontro con la produttrice Silvana Leonardi

Si conclude anche quest’anno il Laboratorio di Produzioni Audiovisive Teatrali e Cinematografiche Unior dell’Università Orientale di Napoli  𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑖-𝑙𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, per il secondo anno di seguito  𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒-𝑙𝑒𝑎𝑟𝑛𝑖𝑛𝑔, che tanto hanno, nel corso degli anni, appassionato e arricchito il bagaglio di esperienze e competenze  degli studenti. A conclusione del percorso il docente e filmaker Francesco Giordano, autore dell’innovativa e inedita formula proposta, esprime “rammarico per non aver potuto dare agli studenti la possibilità di incontrare in presenza gli ospiti, i diversi professionisti del comparto audiovisivo e teatrale che sono intervenuti e che ringrazio. È comunque una soddisfazione e un enorme piacere aver avuto ben oltre cinquanta ragazzi che hanno seguito fino alla fine le lezioni, grazie anche alla vivacità del percorso che li ha proiettati in un’aula laboratoriale”. Tante le personalità che anche quest’anno hanno accompagnato gli alunni in questo interessante e stimolante percorso di crescita non solo accademica ma anche professionale e umana: Stefano Romano, Piera Violante, Demetrio Salvi, Maria Bolignano, Giuseppe Borrone, Pino Sondelli, Maurizio Gemma e a conclusione Silvana Leonardi. Tutti ospiti che hanno offerto l’occasione di un arricchimento culturale e un’ottima infarinatura di base professione nel comparto audiovisivo e teatrale.

L’ultimo incontro a distanza ha visto protagonista Silvana Leonardi, produttrice cinematografica, docente attualmente presso il Dams– Università Roma3, professionista nella Produzione ed Organizzazione per il cinema e la televisione  di livello internazionale. Silvana Leonardi ha guidato i ragazzi attraverso il passaggio dall’idea di un film alla sua produzione, analizzando gli aspetti più pratici e operativi che delineano un piano di produzione di un prodotto cinematografico, non tralasciando quanto il cinema sia una macchina complessa, un ingranaggio perfetto di organizzazione e sinergie, in cui si incastra l’aspetto finanziario che determina che tipo di film verrà prodotto e che costi possono essere sostenuti. E se è vero, come suggerito dal giornalista Luigi Pasquariello che l’arte è inversamente proporzionale ai mezzi economici è anche vero che senza il fattore umano e senza gli investimenti necessari alcuni film o serie, che hanno portato Napoli e la Campania alla ribalta internazionale (da Gomorra alla più recente Amica Geniale) non sarebbero mai stati resi possibili. Ci si è poi interrogati sulla crisi che stanno vivendo le sale cinematografiche e sulle prospettive del cinema italiano e della sua evoluzione nel prossimo futuro.

” Mi piacciono le sfide” spiega la produttrice Silvana Leonardi, che introduce la sua attività come produttrice del film Black Partenope e coproduttrice anche del docu- film di Ruggero Cappuccio “Il corpo di Napoli”, entrambi ancora non usciti nelle sale per lo stop dettato dalla pandemia. “E’ il set più difficile mai trovato quello di Black Partenope, girato nel sottosuolo” spiega Silvana ai ragazzi. Ed è in quelle viscere di Napoli che restituiscono storia pulsante che è stato girato il lungometraggio. Una barca calata giù nel cantiere delle grate in piazza del Plebiscito. Spunterà al Tunnel Borbonico. Non è realtà, ma cinema. Set diffuso nella Napoli sotterranea fino alla Piscina Mirabilis per “Black Parthenope”, opera prima di Alessandro Giglio, che si cimenta in un thriller- horror- noir. La sfida produttiva oltre che di Silvana Leonardi è di  Nicola Grispello, direttore del Metropolitan. Un film mozzafiato che punta al mercato internazionale, del quale Silvana non nasconde le difficoltà incontrate per poter girare in un sito culturale, ma anche la soddisfazione e l’ambizione di realizzare un prodotto che rientra in quell’ottica, così tanto sostenuta da chi si occupa di promozione e finanziamento, di valorizzazione del cineturismo, ovvero quel tipo di produzione che tende a far innamorare gli spettatori di luoghi posti, atmosfere e ad attrarre così turismo sui territori con ricadute importanti in termini di visibilità e indotto economico. Un discorso dal quale una terra così “fertile” di bellezza e talenti  come la Campania non può prescindere.