Vincenzo Beltempo, opinionista in The Coach

E’ tornato, per il secondo anno consecutivo, a ricoprire il ruolo di opinionista di The Coach, il programma di 7Gold condotto da Agata Reale. Parliamo del vocal coach e producer Vincenzo Beltempo. Una mansione in cui ha ritrovato il ballerino e coreografo Antimo Lomonaco, con il quale ha stretto un forte legame già dalla scorsa edizione.

Io ed Antimo, nel corso di questa quarta edizione abbiamo legato ancora di più. Ci definiamo i soci: abbiamo molte opinioni identiche, ma anche tante che sono pienamente in contrasto. E quando divergiamo non fatichiamo ad esporre il nostro punto di vista, a fare dei rimbrotti l’uno verso l’altro. Quest’anno, eravamo gli opinionisti statici, mentre c’erano altri colleghi che ruotavano. É stato quindi divertente vedere come ogni persona si approcciava in maniera diversa ad un ruolo identico”.

Tra le altre cose, Vincenzo si è definito un opinionista pungente, pronto a difendere gli artisti e a stare dalla loro parte, motivo per quale non ha esitato a schierarsi sia contro i coach, sia contro gli stessi colleghi quando doveva mettere il valore di un artista sopra ogni cosa. Proprio per questo, ha anche le idee chiare sul perché del successo del programma. 

Il successo di The Coach dipende principalmente, a parer mio, dall’ambiente che si crea e si trova. Il programma dà poi a tutti la possibilità di esprimersi nel migliore dei modi e questa è la forza del format. Comprendiamo gli artisti al 100% ed abbiamo i mezzi per aiutarli. Se capitasse l’occasione, tornerei volentieri e fare l’opinionista. Quella di The Coach è sempre un’esperienza totalmente positiva”.

Agli aspiranti nuovi partecipanti del programma, siano essi coach o concorrenti, Beltempo consiglia sempre di incuriosire gli opinionisti e la giuria. Ritiene, infatti, che la cosa più importante dell’arte sia creare, in chi ascolta e vede, la curiosità di aspettare per vedere sempre qualcosa di diverso e di innovativo tutto da scoprire. 


Quattro chiacchiere con Vincenzo Beltempo, vocal coach, producer e opinionista della quarta edizione di The Coach. Ecco che cosa ci ha raccontato della sua esperienza nel programma di 7Gold condotto da Agata Reale. 

Vincenzo, hai ricoperto il ruolo di opinionista di The Coach per il secondo anno consecutivo. Com’è stato ritornare nel programma?

“Meglio dell’anno precedente. C’è stato grande divertimento, ma anche grande serietà. In quest’ultimo caso, ho notato che c’è stata serietà nel mettere un po’ i bastoni tra le ruote ai coach. Per quanto riguarda il divertimento, invece, posso dire che a The Coach l’ambiente è estremamente sereno e familiare, ma si è seri quando si tratta di fare le cose con professionalità. Ritornare è stato dunque molto appagante”.

Insieme a te hai ritrovato Antimo Lomonaco. Siete molto legati?

“Assolutamente sì, ed abbiamo legato ancora di più. Ci definiamo i soci, perché effettivamente abbiamo molte opinioni identiche, altrettanto contrastanti. Ed è davvero molto divertente quando divergiamo perché, forti del legame straordinario che c’è tra di noi, non lesiniamo rimbrotti l’uno verso l’altro. Il pubblico ha assistito a molte nostre scenette divertenti, che sono improvvisate e non studiate in precedenza. Perché è tutto vero ciò che accade e viene mostrato in puntata”.

Novità di questa edizione è stata la turnazione tra gli opinionisti, a differenza di te ed Antimo che eravate fissi…

“Esatto. Abbiamo avuto per questo una grande responsabilità. Io ed Antimo eravamo gli opinionisti statici, che c’erano sempre. Ed avevamo, come hai detto, questi colleghi che ruotavano. É stato divertente anche per noi vedere come ogni persona si approcciava in maniera diversa ad un ruolo identico”.

A proposito di approccio al ruolo. C’è qualcuno dei “nuovi” colleghi che ti ha colpito di più in tal senso?

“Tutti, in realtà. Non c’è una persona in particolare che mi ha colpito di più. Tutti hanno avuto il loro stile, che mi ha colpito. E questa è una cosa positivata: ciascuno è sempre stato sul pezzo e adatto al compito che stava svolgendo. Luca Garavelli e Marco Zarotti hanno scelto proprio bene. Ognuno si è ritagliato il suo spazio ed ha offerto la propria professionalità”.

E tu che tipo di opinionista sei stato?

“Pungente è il termine che più mi descrive. Ero sempre pronto a difendere gli artisti, per mettermi dalla loro parte. Sono andato contro chiunque per loro: sia con i coach, sia con i miei colleghi. Per me l’artista, d’altronde, viene prima di ogni cosa”.

In giuria quest’anno ci sono Maura Paparo, Meriam Jane e la new entry Ludovica Pagani. Come ti sei trovato ad interagire con loro?

“Con Maura e Meriam, chiaramente, c’era già un rapporto precedente, frutto degli anni in cui loro erano già giudici. Per quanto riguarda Ludovica, posso dirti che è una persona straordinaria ed estremamente umile. Ha una grande capacità dialettica, culturale e musicale. È stata un giudice, data la sua conoscenza del web, che poteva indirizzare i ragazzi dando loro consigli sull’immagine per come apparire sui social e così via”.

The Coach si rinnova di anno in anno ed è puntualmente un grande successo. Quali sono le novità di questa edizione che a te, personalmente, hanno colpito maggiormente?

“Sicuramente la Shake Room. È stata la novità più divertente in assoluto. Avere la possibilità di entrare in una stanza senza essere ascoltato da nessuno, per parlare e commentare quello che accadeva in puntata o dietro le quinte, è stato interessante. Ci sono delle scene mie e di Antimo di un’ironia straordinaria”.

Da che cosa dipende il grosso seguito del talent show, che è già stato rinnovato per una quinta edizione?

“Il successo dipende principalmente, secondo me, dall’ambiente che si crea e si trova. La forza più grande sta poi nel dare a quasi tutti la possibilità di esprimersi nel migliore dei modi. Si è compresi e capiti; questa è la cosa più importante: spesso gli artisti si sentono, magari, non compresi al 100%. Noi invece lo facciamo e li aiutiamo”.

Lo scorso anno hanno trionfato il cantante Siba e la sua coach Federica Gili. Cosa pensi della sua vittoria?

“Per me, Siba è un artista straordinario; ha una scrittura molto interessante e particolare. Fa brani inediti che cavalcano l’onda del momento. Sono attuali e, nello stesso momento, hanno quel messaggio introspettivo che è proprio dei cantautori. Riesce ad avere questo cuore da cantautore con un groove e una verve attuale”. 

Se capitasse, torneresti anche nella prossima edizione come opinionista?

“Assolutamente sì, sto già facendo le valigie! É un’esperienza positiva quella di The Coach. Per forza di cosa, il semplice fatto di essere lì è stato molto importante per me, professionalmente parlando”.

Che consiglio daresti agli aspiranti concorrenti e coach del programma?

“Consiglierei loro di incuriosirci. La cosa più importante dell’arte è creare, in chi ti ascolta e chi ti vede, la curiosità di aspettare sempre qualcosa in più; qualcosa di diverso. Devono darci la possibilità di essere curiosi per poter sperare di vedere quel quid in più, sia per ciò che concerne gli artisti, sia per i coach. É necessario essere innovativi”.