Vittima della mia libertà, la recensione di Jayan Walter

Una scena drammatica del film

“Un film forte sul bullismo nelle scuole. Una denuncia su ciò che accade sempre più nelle scuole italiane, dove il bullismo sta divenendo una moda per imporre le idee di alcuni sulla maggioranza. Il regista ha saputo descrivere questo fenomeno non con un documentario ma con un film lungometraggio, con attori che hanno recitato in modo molto naturale, facendo percepire allo spettatore questa triste realtà. Un film intenso che trasmette emozioni, che spinge a ribellarci per mantenere la nostra libertà di esistere e di portare avanti le nostre idee al di là di ciò che gli altri vogliono imporci. La protagonista – ottima interpretazione di Elisabetta Mercadante – lotta per affermare la sua sete di libertà dai condizionamenti della società. Lei vuole essere e sentirsi libera, anche se questo le porterà grandi sofferenze. Il film è anche una denuncia contro le istituzioni, che a volte, come in questo film, accusano la vittima e i suoi genitori di non aver protetto la figlia minorenne, per cui la protagonista da vittima diviene capro espiatorio, e i genitori con lei. Ottima interpretazione dell’interprete della madre della protagonista: Flora Febraro. Ma dovrebbero essere citati tutti gli attori, molto bravi, anche quelli che si sono cimentati per la prima volta nel cinema.

Il regista Davide Guida dimostra, con questo film realizzato a costo zero, che si può fare buon cinema anche con pochi mezzi, quando lo si fa “con passione”. Ricorda un po’ i primi film del neo-realismo, come quelli di Vittorio De Sica (“Ladri di biciclette”) anche se qui l’ambiente non è la miseria del dopoguerra ma la miseria della vita di molti, che obbediscono ai bulli per paura di essere calpestati.

Ottima regia, ottimi attori, ottime riprese, un lavoro molto buono del cinema indipendente.”

Jayan Walter, scrittore e filosofo