AudioCoop segnala Spotify al Ministero della Cultura

AudioCoop ha formalmente segnalato Spotify al MInistero della Cultura

Nella prima parte di dicembre, Spotify, tra i diversi interventi, ne ha annunciati vari, tra cui alcuni condivisibili come la lotta contro la stream manipulation e la cancellazione dei brani rumors, che ci trovano d’accordo, ma ve n’era anche uno a nostro parere gravissimo: quello di non pagare nulla sotto i mille stream a brano. Una decisione unilaterale inaccettabile che l’assemblea di AudioCoop, riunitasi subito dopo l’annuncio di tale provvedimento, ha deciso di segnalare alle autorita’ competenti.

Tali introiti, infatti, quindi, a nostro parere riteniamo in modo illegittimo, resteranno cosi’ nelle casse di Spotify con grave danno per circa 150 milioni di brani presenti sulla piattaforma, saecondo alcune indagini realiczate da alcuni media dopo tale annuncio, e per un valore si stima di alcune centinaia milioni di dollari l’anno che resterebbero cosi in pancia alla piattaforma e andrebbero quindi ad altre destinazioni diverse da quelle degli aventi diritto attraverso le legittime , magari seppur basse, royalties.. Come si evince, tutto questo avviene con grave danno verso gli aventi diritto e soprattutto le piccole realtà musicali che invece attingono a tale fondo, pur se ognuna con poche, ma vitali, risorse.

Per tale motivo abbiamo segnalato formalmente al Ministero della Cultura tale comportamento, a nostro avviso illegittimo, di Spotify attraverso l’apposito modello di segnalazione che si utilizza secondo la delibera n. 396/17/CONS del 19 ottobre 2017. Attendiamo di essere convocati per una riunione su tale spinoso argomento.

“Siamo di fronte ad un attacco economico a nostro parere illegittimo che colpisce soprattutto le piccole realta’ musicali del nostro paese” ha dichiarato il Comitato Direttivo di AudioCoop “Su tale azione chiediamo un intervento urgente al Governo convocando i responsabili della piattaforma a un tavolo di confronto al Ministero della Cultura per uno stop immediato di tali azioni che minano alla base il futuro della musica del nostro paese e per varare insieme di comune accordo una strategia per la tutela, la valorizzazione e la crescita della nuova musica italiana che parte dal basso ”.