La fame emotiva non è un mostro indistruttibile, basta seguire adeguati percorsi con professionisti qualificati

Specchio, specchio delle mie brame… Diciamo la verità: quale essere umano si augura di avere un aspetto sgradevole, sgraziato per effetto di un corpo obeso? Per non pensare poi che auspicherebbe a se stesso addirittura ripercussioni sulla propria salute! Inconcepibile ciò. Quando qualcuno vede la sua figura riflessa, di sicuro prova piacere nell’ammirarsi in una bella silhouette. Ed ammetterlo non è una vergogna, anzi. E’ l’affermazione di un diritto alla sua persona nel sentirsi felice per l’aspetto presentato e, soprattutto, detentrice di buona condizione fisica. L’obesità nuoce al corpo, non è un mistero. Contrastarla è un dovere. Non sempre, però, si ha il potere di condurre una dieta serenamente; qualora dovessero presentarsi i momenti difficili, certamente ci troviamo di fronte ad una problematica inconscia, quindi abbiamo la fame emotiva. Secondo lo psichiatra e psicanalista americano Roger Gould, autore del libro Shrink Yourself, “non riusciamo a perdere peso ed a controllarci perché siamo emotivamente affamati”. Di motivazioni psicologiche ce ne sono ben dodici; tutte presentano i medesimi indizi: mangiare in modo smodato, esigenze particolari di determinati cibi. E si manifestano laddove razionalmente c’è la consapevolezza di voler portare avanti un certo regime alimentare, ma appare quanto mai inattuabile; perciò si va a lavorare sulla parte emozionale. La soluzione può essere quella di avviare un percorso di ipnosi finalizzato al controllo del peso e della fame emotiva stessa, perché senza giri di parole sappiamo come in ognuno di noi c’è un’immagine ideale da modellare, che può essere realizzata grazie agli stimoli giusti, attraverso un supporto professionistico. Con Vincenzo D’Amato (nella foto), psicologo, counselor hypnotherapist scopriamo la prassi esatta. Innanzitutto sottolinea l’efficacia della cooperazione di più esperti; attualmente, infatti, si avvale della collaborazione della nutrizionista Angela Cassese e del preparatore atletico Fabio Castelnuovo. I tempi di dimagrimento dice il dottor D’Amato «vanno dalle otto alle dieci settimane. In questo periodo si raggiunge lo standard con risultati importanti e principalmente si riesce a mantenere un comportamento alimentare normale, ecco allora che si va sempre a dimagrire conquistando il peso forma. Fondamentalmente ad una persona vogliosa di essere grassa, in quanto è così che si vede, devi cambiargli il senso dell’immagine ideale, andando a risolvere la motivazione inconscia scatenante». La media prevede una seduta a settimana, mirata a dare suggestione di nuove abitudini alimentari. Farle diventare automatiche ed orfane di fatica, siccome sarà proprio l’inconscio a lanciare segnali positivi, lasciando ingerire solo quello di cui si ha bisogno. L’intervento dell’ipnosi, inoltre, consente in alcuni casi persino la risoluzione totale della motivazione psicologica. Prima di indicarle una per una, anticipiamo l’argomento della prossima settimana: patologia inconscia delle dipendenze dal fumo, dall’alcol e da apparecchiature elettroniche.

Queste le dodici motivazioni della fame emotiva: 1) “Il cibo è il mio ‘ciuccio’ per adulti”: si mangia per rabbia, depressione, ansia, noia o solitudine. 2) “Mi difendo riempiendomi”: avviene per evitare il confronto diretto con coloro i quali discutono con noi, approfittano di noi, ci sminuiscono, ci danno per scontati. 3) “Il cibo, il mio unico amico fedele”: durante le tensioni nelle relazioni strette. 4) “Quando mastico riesco a non sentire il mio critico Interiore”: laddove si è ipercritici con se stessi, ci si etichetta da soli come stupidi, pigri, perdenti. 5) “Non ho l’amore, però ho il cibo”: le relazioni intime non soddisfano la nostra fiducia e la sicurezza. 6) “Il cibo non può riempire le parti mancanti nel mio passato”: ci si sazia per compensare le privazioni vissute nell’infanzia, lo si fa per dimenticare il passato. 7) “Non dirmi cosa devo mangiare”: desiderio di affermare la propria indipendenza. 8) “Sono troppo occupato a mangiare per prendere un rischio”: nel caso di nuove sfide si mangia per proteggersi dalla paura del fallimento. 9) “All’amore preferisco il cioccolato”: si teme di affrontare la sessualità. 10) “Uso il mio corpo come un campo di battaglia”: assumere cibo per ripagare chi ci ha fatto del male, spesso in un lontano passato; ci si abbuffa per vendicarsi o per controllare la rabbia. 11) “Non intendo crescere”: per sentirsi spensierati come un bambino, lo si fa per evitare di far fronte alle sfide della crescita. 12) “Ho segretamente paura di essere magro”: consciamente o inconsciamente, si ha paura di dimagrire. Chiunque voglia chiedere consigli al dottore può inviare un messaggio al seguente numero 347 3843638 e provvederemo a farglielo recapitare.