MAMMA, la rappresentazione di tre eroine

mamma-simonavergara
Eva De Rosa

Il preambolo culturale nel caso del drammaturgo Annibale Ruccello è doveroso, in quanto egli non segue una strada già segnata dal passo da suoi predecessori. Vuoi per l’indirizzo degli studi filosofici, che l’hanno portato a laurearsi presso l’Università di Napoli, vuoi per le radici e l’esperienza di vita, processo che potrebbe essere letto reversibilmente per la forte personalità che ha alimentato il fuoco della passione e che egli ha trasposto in opere.

Cosa avviene di diverso, di Ruccelliano?

Nel Teatro le scene si “spogliano” volutamente, assumendo carattere minimale, accessorio, per dilatare lo spazio intorno al Testo che trasmette idealmente immagini attraverso la parola.

La scelta di portare sulla scena i suoi studi antropologici, realtà dalla radice teatrale autentica, diventano una necessità che risponde al rifiuto all’omologazione, che definisce “modernità di massa” .

Il teatro di Ruccello è all’insegna della negazione del “caos delle identità” che è tanto più grave, quanto più la cultura di un popolo, ed è il caso di quello napoletano, è radicata; per questo il testo nell’opera di Ruccello è il primo attore.

Chi poteva fare una scelta così coraggiosa e interpretare i testi in maniera da trasporre le intenzionalità dell’Autore?

Un’attrice per quanto preparata da una scuola e da un’esperienza sarebbe bastato?

Non ci sono allestimenti ne costumi e il trucco è nelle pieghe della capacità espressiva, l’opera di Ruccello doveva produrre diverse anime.

Il camaleonte che ha potuto affrontare tutto questo con straordinario trasporto, trasmesso in ogni momento al suo pubblico, ha risposto al nome dell’interprete teatrale EVA DE ROSA.

MAMMA
Piccole tragedie minimali di Annibale Ruccello
E’ la rappresentazione di tre eroine.

Maria di Carmelo che all’interno di un manicomio, in cui lavora, affronta la sua quotidianità in cui crede di essere la Madonna.

“Mal di Denti”, per la sua dolenzia costante, che nel giorno del Venerdì Santo, scopre che la figlia Adriana è incinta e il responsabile, eventuale futuro padre, è un uomo di condizioni molto umili, tanto lui quanto la famiglia.

Il panorama delle sensazioni che imperversano nello spirito di “Mal di Denti” vanno dalla delusione, all’estremo risentimento, che la stessa riversa con grande furia su Adriana, già fortemente provata e che non riesce a trovare altra soluzione che suicidarsi.

Infine una lunga telefonata, in cui l’Attrice interpreta una donna assorbita dalle telenovelas e dal gossip e ne parla e forse ne “discute” con la sua interlocutrice proprio come fossero storie reali, mentre nella camera a fianco i bambini si autoeducano all’intrattenimento più sfrenato.

Brunella Postiglione