Questa mostra vede insieme artisti che riflettono diverse sensibilità spirituali.
Gli operatori del segmento visivo stanno cominciando a rivedersi e a produrre per dei motivati momenti espositivi.
Nella coerenza del loro dettato produttivo mostrano vari lavori.
Vuol essere una conversazione tra linguaggi dialettici, illuminati da una rara partecipazione emotiva e da sintassi ben strutturate, da consapevolezze esecutive e da ben calcolati equilibri; emergono, da quest’insieme, verifiche.
Ogni autore è un consapevole erede delle trasformazioni epocali, nonché artefice di elaborazioni, che segnano il nostro tempo, ben vagliando teorie visive e versioni personali.
Gli artisti quali “cercatori d’anima” coi propri “cahiers de voyages” si organizzano e si coordinano per offrire un contributo, un nuovo “focus” per delineare un nuovo “status” dell’arte.
I diversi codici linguistici presenti ci fanno riflettere e ci permettono di comprendere tutte le dinamiche, che sostanziano la misura tensiva contemporanea delle arti visive.
Maurizio Bonolis con le sue elaborazioni digitali calibra e riassume con professionalità varie tematiche e specifica un’oggettività convinta, che sviluppa e centra in dimensioni speculari.
Marina Chiarolanza, di gesto istintivo, onirico e metafisico, preferisce gamme cromatiche molto intense e accese ricavandone effetti stimolanti per l’animo umano, riproducendo paesaggi del genere del fantastico.
Tiziana Corvino con la sua linea variegata d’indagine tocca argomenti briosi e accattivanti, nonché scene in cui transitano temporalità e “geografie umane” differenti e disparate.
Maria Pia Daidone opera per riepiloghi estremi dando vita a sintesi e determina preziosità semantiche, nonché filigrane emotive, d’indiscussa valenza, che agitano respiri e vertigini.
Roberto Sanchez prosegue su tagli prismatici e su questa declinazione operativa risulta confermata la sua abilità a inserire pungoli ottici, spacchi e squarci ben regolati.