Da sempre in prima linea nell’esplorare i rapporti tra spazi e neuroscienze, è tra gli ospiti più attesi della decima edizione del PIDA, il Premio Internazionale Ischia di Architettura. L’architetto britannico Ian Ritchie è atteso per una lectio magistralis in programma venerdì 7 ottobre al Castello del Piromallo, a partire dalle 16, in una sessione di lavoro incentrata su comfort sensoriale e architettura, con interventi – moderati da Luca Gibello – anche dello psichiatra Stefano Pallanti (direttore dell’Istituto Italiano di Neuroscienze) e dell’architetto Davide Ruzzon, direttore del master NAAD in neuroscienze all’università IUAV di Venezia).
“L’applicazione delle conoscenze delle neuroscienze all’architettura – anticipa Ritchie – ha il potenziale per fornire edifici e spazi che promuovono in modo misurabile il benessere e creano ambienti più sani o più efficaci per attività specifiche. C’è, tuttavia, il rischio che la neuroarchitettura diventi solo una parola di moda, come ‘eco’, ‘verde’ e ‘sostenibile’”.
Ha inoltre progettato l’SWC, il pluripremiato Sainsbury Wellcome Centre for Neural Circuits and Behaviour, uno dei primi edifici al mondo pensato per tenere conto di ciò che è stato appreso su come lo spazio di lavoro influisce sul comportamento ed è un edificio altamente efficace in cui lavorare. Venerdì 7 ottobre il PIDA ospita anche un talk con Antonio Morlacchi e Sonia Politi, vincitori del Premio Giornalismo 2022.
E il rapporto tra psiche e architettura ha animato anche le sessioni degli ultimi giorni. “La lunga esperienza della pandemia, costringendoci a vivere in spazi il più delle volte angusti e, spesso, a dividerli con altre persone, ha fatto aumentare del 70% i casi di aggressività domestica. – ha sottolineato nel suo intervento Giorgio Nardone, già fondatore del CTS Centro di Terapia Strategica e autore di numerosi saggi tradotti in varie lingue e di libri di carattere divulgativo Ora abbiamo maturato la consapevolezza di avere bisogno, per vivere in benessere, di luoghi più ampi, dove più marcata sia la divisione tra spazi di relax e spazi di lavoro, e che possibilmente siano dotati di giardini e balconi”.
“L’architettura – ha aggiunto – deve dialogare con la psicologia. Perché gli spazi che abitiamo influenzano il nostro umore. E i luoghi costruiti sono, spesso, luoghi d’incontro, dove comunichiamo, dove viviamo. Dove stiamo più o meno bene”. Sul tema è intervenuto anche Stefano Bartoli. A margine, l’inaugurazione della mostra “Flirt”, negli spazi del Castello Piromallo, personale di Ernesta Caviola, socia fondatrice di “Architettrici”, a cui è stato assegnato il Premio Ischia Internazionale di Architettura (PIDA) per la fotografia.