Il “4K Game Stick Lite” è una delle ultime novità del retrogaming realizzato da aziende minori, che nemmeno si dichiarano sulla confezione, ma che non siano quindi le solite Nintendo, Sony o Microsoft, e che si trova in commercio presso gli online store più diffusi o tramite molti negozi italiani e cinesi sulla nostra Penisola.
Il prodotto è di fascia molto economica: escludendo i tipici speculatori che si sponsorizzano sulla rete e sui social network e che la vendono a prezzi improponibili, si trova dai 20 ai 40 euro a seconda del punto vendita.
La confezione, in due versioni che differiscono solo lievemente nell’aspetto, comprende uno stick di estetica molto simile ai TV stick Android, dotato di un attacco video HDMI per il collegamento immediato a un apparecchio televisivo, una prolunga HDMI di pochi centimetri che consente un collegamento più comodo alle prese, un cavo di alimentazione Micro USB che è indispensabile per il funzionamento tramite una porta USB del TV o di un computer, una memory card Micro SD, già inserita nello stick, di capacità 32 o 64 Gigabytes (ma il taglio non viene comunicato sulla confezione), due controller wireless simili a quelli della PS2 con ricevitore da applicare su una porta USB delo stick, un manualetto d’uso di poche pagine in inglese e cinese.
Una volta inserito lo stick e collegato il cavetto di alimentazione (sufficienti 500mA), un piccolo led indica che la scheda Micro SD è riconosciuta. La Micro SD fornita contien il sistema operativo Retroarch preinstallato e configurato con dieci emulatori e una miriade di giochi prelevati dalle classiche console emulate. Sulla scatola e nelle opzioni del menu di Retroarch sono dichiarate le emulazioni delle console NES, SNES, MEGADRIVE, ATARI, MAME, PS1, GAMEBOY, GAMEBOY COLOR, GAMEBOY ADVANCE. I giochi sono dunque accessibili tramite menu, ma in realtà, tramite un elementare “file manager” presente nelle impostazioni, si possono caricare anche giochi del PC Engine, del Sega Master System e del Nintendo DS, e non è scontato che esistono anche altri emulatori già caricati ma non dichiarati nei menu del sistema operativo. L’emulazione sembra di ottimo livello, anche se alcuni giochi soffrono di una CPU probabilmente non efficientissima, per cui perdono di velocità e di prestazioni.
La prima console recuperata per il test ha presentato un difetto che da siti e forum online sembrerebbe comune: ossia che la memoria Micro SD smette improvvisamente di funzionare, perché si corrompe la geometria e diventa inutilizzabile anche sul PC. Questo potrebbe essere dovuto a un eccesso di tensione proveniente da un regolatore di tensione presente sul circuito. Sarebbe quindi opportuno fare un backup della memoria su computer prima di usarla. Essendo una memoria non formattata in maniera standard, probabilmente nata in ambienti Linux, non è direttamente leggibile da sistemi Windows ma esistono dei tools, gratuiti, shareware o commerciali (es. Poweriso), che consentono la lettura diretta del contenuto della memoria e il salvataggio della medesima in un file immagine, che preserva le partizioni presenti in essa, in modo da poterla ricreare su un’altra memoria di medesima capacità o superiore, e anche di personalizzarla. Aggiungere o togliere giochi dalla memoria peraltro non è esperienza facile se non si è particolarmente esperti e l’aggiunta nei menu di Retroarch richiede una minima esperienza con Mysql, che è il gestore di un database che contiene l’elenco dei giochi precaricati associati ai relativi files.
Il prezzo della console, a prescindere dalla sua durata nel tempo, copre tutto il materiale con essa fornito. I due controller wireless infatti, per quanto molto economici nella fattura, possono essere utilizzati anche su un PC tramite il ricevitore USB fornito. Una volta collegato il ricevitore a un PC e inserite le batterie nei rispettivi controller (ognuno richiede due batterie tipo AAA), Windows li riconosce entrambi come “Twin PC Joystick” o “XBox 360 Controller” senza necessità di driver già dalla versione 7 del sistema operativo Microsoft. Oltre ai controller, la prolunga HDMI può avere una propria utilità, e così anche il cavo di alimentazione USB e la memoria stessa. Quindi, in caso lo stick si guasti, il resto giustifica la spesa fatta.
I giochi sono tutti palesemente illegali: chi si intende di emulazione sa che non è lecito conservare ROM di console e arcade senza avere in possesso i giochi originali. Il manuale della console peraltro dichiara che essendo solo a scopo dimostrativo la memoria andrebbe cancellata dopo averla provata. Tutto ovviamente sta al buon senso dell’utilizzatore, ma di fatto il solo fatto di averli avuti già caricati giustifica il detto “Il tempo è denaro”, ossia quello necessario per cercarli sulla rete e scaricarli dai siti preposti.
Molti siti e pagine provenienti dal Brasile, dove evidentemente la console e i suoi derivati hanno avuto un discreto successo commerciale, spiegano come personalizzare la console con nuove distribuzioni di emulatori e giochi.
Un’altra curiosità, utile a chi vuole risparmiare in batterie. Alla porta USB dello stick è possibile tranquillamente collegare uno switch e ad esso collegare due controller per PC cablati.