“Vittima della mia libertà”, la recensione di Raffaele Cardillo

Ennesima prova d’artista della nostra illustre concittadina, Elisabetta Mercadante, che da par suo, ha fornito un’interpretazione egregia, da consumata attrice, nel lungometraggio d’autore dell’ottimo regista Davide Guida, dal titolo estremamente significativo “Vittima della mia Libertà“, che ha tratteggiato, con sapiente maestria, un tema di scottante attualità e di forte impatto sociale: stiamo facendo riferimento al fenomeno del “BULLISMO”, argomento tristamente noto, ma mai sufficientemente divulgato, che ha assunto una valenza pari ad altre piaghe sociali, quali tossico-dipendenza, alcolismo, Aids e così via discorrendo.

Il Bullismo, può considerarsi una forma di prevaricazione della dignità della persona ed è dovere delle Istituzioni, troppe volte latitanti, occuparsi di queste tematiche e non solo quando tali eccessi sfociano in tragedie.

A questo punto bisogna convenire che per contrastare queste autentiche manifestazioni di violenza, sia fisica che psichica, riteniamo fondamentale la sinergia tra le Istituzioni, monitorando ogni evento perturbatore dei rapporti tra gli adolescenti e intervenendo con decisione, per ristabilire quella serenità di relazioni che sono alla base di ogni Società Civile.

Questi episodi sono la risultante preoccupante del malessere sociale che riguarda i giovani e, più in generale, chi crede di affermare il proprio ruolo nel contesto sociale, ricorrendo alla brutalità e sottoponendo il <martire> di turno alle più svariate angherie.

Naturalmente la vittima è un soggetto debole, quindi non particolarmente reattiva, di conseguenza subisce passivamente l’insulto, e, soprattutto, non denuncia il sopruso, favorendo in maniera inconsapevole l’immunità dell’aggressore.

Siamo dell’avviso che tali accadimenti non vadano sottovalutati, anche perché sono in costante crescita e, quindi, la necessità di contrastarli, analizzando i fattori che li alimentano.

Crediamo che vadano ripristinati nella famiglia i ruoli dei genitori con i propri figli e, nella scuola, siano ribaditi le innegabili funzioni dei Professori: tutto questo si esplica con una sola ed efficace parola che si identifica col termine “RISPETTO”!

Rispettare i propri interlocutori, qualunque sia l’estrazione, è il metro ideale per riportare quella serenità di legami che è alla base di ogni civile convivenza, attuare, da subito, questa semplice regola, diventa indifferibile, se si vuole raggiungere l’obiettivo di scardinare alla radice, questo autentico mostro dei nostri tempi!

Forse ci siamo dilungati troppo nell’analizzare l’oggetto in disamina, perdendo di vista la trama del film, che narra le traversie, le peripezie di una giovane studentessa, interpretata magistralmente dalla nostra Elisabetta, in perenne rotta di collisione con un suo insegnante di estrazione marxista-leninista, ruolo svolto con bravura dall’attore Enzo Frattini, e con l’intera scolaresca.

Un conflitto che ha assunto toni drammatici, dove la nostra eroina cercava di far valere, a tutti i costi, il suo senso di libertà e di non essere condizionata dai lacci e lacciuoli delle Convenzioni, veri anestetici del <libero pensiero>!

Una tortura che è culminata con una vile aggressione e l’abbandono forzato da parte dei genitori (magistralmente interpretati da Flora Febraro e Benito Gaudino Raimo, nda) per via giudiziale: un tremendo colpo di maglio difficile da sopportare, che ha convinto la nostra intrepida, ormai maggiorenne, a rifarsi una vita, abbandonando in via definitiva i luoghi che le avevano dato tanta sofferenza!

Un epilogo amaro, che sottolinea ancora una volta, le frequenti disattenzioni di uno Stato, che sottostima problematiche meritevoli di un più profondo impegno, ad evitare derive pericolose per il perfetto equilibrio tra i consociati.

Dobbiamo, comunque, registrare tutto il nostro disappunto per chi della nostra realtà locale, non assistendo alla proiezione, non ha saputo cogliere l’importanza del tema trattato, che a nostro parere, doveva essere degno di maggiore attenzione!

Eppure la Cultura è stata ritenuta, da sempre, come motivo di aggregazione, dove tutte le asperità interpersonali, vengono smussate e facendo librare le animi nobili nei cieli più puri, dove solo le aquili sanno respirare!

Purtroppo per la Politica colui che pensa, o è autonomo di pensiero, diventa un pericoloso sovversivo e quindi da abbattere, o renderlo innocuo.

Le masse devono essere amorfe e prone al pensiero dominante che non ammette levate di scudi, né di mettere in discussione i sacri dogmi del Partito Guida.

Ci piace ricordare la frase storica attribuita a Joseph GOEBBELS, gerarca nazista del 3° Reich e ministro della Propaganda, che così recitava: quando sento parlare di cultura metto mano alla pistola!

Tutto sommato è stata una serata piacevole all’insegna della distensione, corroborata dalla gradevole visione del film: un buon prodotto, un’ottima sceneggiatura con una costruzione narrativa senza sbavature, valorizzata da una superba recitazione dei protagonisti!

Vogliamo sperare che nel futuro tale forma di spettacolo si abbia a ripetere e, soprattutto, confidiamo più considerazione da parte della cittadinanza, per un argomento divenuto ineludibile e non da trascurare!

Un’ultima cosa, desideriamo che questi autentici pionieri dello spettacolo, che a prezzo di enormi sacrifici e solamente per amore dell’ARTE, si sottopongono a dei veri <tour de force> senza un reale corrispettivo che li gratifichi: un’invocazione alle Istituzioni è d’obbligo, che non dimentichino e, soprattutto, valorizzino, elargendo munifiche provvidenze, ogni iniziativa tesa a esaltare i toni della conoscenza e a renderla fruibile alle masse.

Raffaele Cardillo