“La pastiera napoletana e le leggende all’origine del dolce”

La pastiera napoletana ha una origine molto antica e intorno alla sua creazione sono nate numerose leggende. Innanzitutto la pastiera è il tipico dolce partenopeo che racchiude l’emblema stesso della Pasqua di Resurrezione. Secondo alcuni il dolce ha origini che risalgono all’era pagana e alla leggenda della sirena Partenope. Secondo altri si racconta invece che il dolce sia nato per caso nel sedicesimo secolo da una ricetta di una suora del convento benedettino di San Gregorio Armeno. Ci sono delle idee fondate che portano l’origine del dolce all’era pagana. Secondo la leggenda fu la sirena Partenope a realizzare la prima pastiera che lei donò agli abitanti per ringraziarli di averla accolta nel golfo di Napoli. Impastò tutti gli ingredienti che le erano stati offerti. Grano, zucchero, uova, ricotta, acqua di fiori d’arancio, cannella. Secondo un’altra leggenda la sua creazione sarebbe legata al mondo dei pescatori. Le mogli, ogni volta che i loro uomini partivano per il mare aperto, lasciavano sulla spiaggia ricotta, frutta candita, grano, uova, tutti simboli di rinascita, come offerta al mare affinchè proteggesse gli uomini per farli tornare sani e salvi. Resta che tutti gli ingredienti della pastiera celebrano la primavera e la rinascita della natura. In modo particolare il grano simboleggiava un augurio di fecondità, le uova la vita primordiale che prende forma, la ricotta l’abbondanza, i fiori d’arancio simboleggiavano il profumo della terra campana. La ricetta giunta fino ai giorni nostri, aldilà delle varie leggende, sarebbe quella della suora del convento di San Gregorio Armeno. Nell’intento della religiosa ci sarebbe stato il desiderio di unire tanti ingredienti che potessero raccontare la Pasqua Cristiana, in primis le uova che rappresentano nella simbologia la nascita a vita eterna dell’uomo attraverso la morte e Resurrezione del Figlio di Dio. Non vi è dubbio che la pastiera, tra leggende e storie vere,abbia un fascino particolare oltre che buonissimo dolce e che sia il simbolo per eccellenza del Cristianesimo.

DANIELA MEROLA