“Una madre, un figlio” simbiosi perfetta nella famiglia di Tina Piccolo

E’ più di una semplice raccolta di poesie. L’ultima opera di Tina Piccolo “Una madre, un figlio” porta una doppia firma questa volta, e il secondo nome non è certamente quello di una persona qualsiasi. Raffaele Castiello è il figlio della Musa di Napoli nel Mondo, come da anni viene definita la poetessa di Pomigliano D’Arco fondatrice di uno dei salotti culturali più noti nella Campania e non solo.

Edito da Brignoli Edizioni, “Una madre, un figlio” incontra due voci in una unica poesia, densa di sentimento e emozione. Alla voce di Tina già nota nel patrimonio culturale con centinaia di scritti e liriche si aggiunge, in simbiosi perfetta, quella di Raffaele Castiello, il figlio che intende seguire le orme della madre pur con uno stile tutto personale e originale, con grandi parole che creano perfette immagini in modo coinvolgente.

In quest’opera, dopo l’introduzione storica del Cav. Gianni Ianuale, accademico esperto di arte, cultura e poesia, nonché amico intimo della famiglia Castiello, ritroviamo tredici liriche. Si inizia con quattro intensi tensi del repertorio più caratteristico della Piccolo, “Scava”, “Scrivo” (tradotta in moltissime lingue e riportata anche su cartoline illustrate), “Per questo mi chiamano donna”  (pluripremiata e utilizzata per un concerto dal Comune di Atripalda), “Tu nun si vicchiariello”. La seconda parte è dedicata a ben otto liriche scritte da Raffaele Castiello che con i suoi testi riesce perfettamente ad aprire il cuore del lettore all’amore, ai sogni, alla bellezza della quotidianità, all’ottimismo in generale in un mondo completamente assente di valori.

Il testo si completa con una lirica originalissima, un testo a “due voci” nel titolo e di fatto. Madre e figlio si trasmettono  le emozioni in un testo unico che spinge a riscoprire i giusti valori della vita e a rivedere l’amore come arma vincente contro le ingiustizie.

“Una madre, un figlio”, pur se di ridotte dimensioni, esce vincitore in un mondo in cui è sempre più difficile trovare veri “trasmettitori di emozioni” nel campo della poesia o della cultura in generale. Un piccolo neo, se proprio va detto: scorre troppo velocemente per via delle piccole dimensioni. Dopo aver letto le 13 liriche, si sente il bisogno di leggerne almeno altrettante. Ma ci aspettiamo che, vista la forte energia emozionale che madre e figlio trasmettono, ci sarà un seguito presto, anche in previsione del ritorno in scena della poetessa più premiata di Italia con il suo “Salotto Culturale” e il suo storicissimo “Premio Internazionale Città di Pomigliano d’Arco” che giungerà presto alla sua ventottesima edizione.

(Davide Guida)