Trance ipnotica ai testimoni

L’ipnosi nelle indagini giudiziarie potrebbe rivelarsi un prezioso mezzo per raccogliere prove inconfutabili. Sono delle tecniche in grado di facilitare ricordi mancanti alla mente razionale. Quando in un processo si gode della testimonianza di un soggetto presente nel momento in cui è stato commesso l’atto illegale, è fondamentale prendere tutte le informazioni che può fornire, ma se eventualmente non dovesse essere possibile perché qualcosa gli è passata inosservata, ecco che l’ipnosi si rivela la soluzione ideale. In collaborazione con un ipnologo esperto, gli addetti alle indagini, in seguito ad un mandato emesso dal giudice a procedere in tal senso, grazie all’induzione ipnotica da praticare al test hanno la facoltà di comporre per intero il puzzle dell’evento. Magari qualcuno viene investito con un’automobile e seppur vi sia un accusato del fatto e appare complicato condannarlo, in quanto continua a dichiararsi innocente, allora in sede di udienza beneficiando di persone disposte a testimoniare ma non sono certe di tutto quanto hanno visto o non ricordano il numero di targa, attraverso lo stato di trance sanno chiarire ogni cosa con precisione. Ciò succede perché razionalmente in balia della confusione hanno sì assistito alla scena, però non hanno prestato attenzione ai particolari, tuttavia sono capaci di recuperarli. Il motivo lo chiarisce proprio un ipnotista specializzato, il dottor Vincenzo D’Amato; lo psicologo specifica come il nostro cervello razionale memorizza in frame, per cui prende quelli che gli interessano, mentre «il frame che non gli riguarda sfugge e non lo ricorda. In quel caso – continua D’Amato – ipnotizzando il testimone disposto a collaborare si va indietro in regressione al momento in cui è successo il fatto, si costruirà la scena portando così l’inconscio a recuperare quei dettagli che alla mente razionale sono sfuggiti ma a quella inconscia no, fino ad arrivare addirittura a ricordare la macchina, il colore, il numero di targa, se il conducente aveva la barba o meno, il colore dei capelli e tutti i dettagli che sono passati davanti agli occhi, quelli che non sono passati non li recuperi perché il soggetto deve averli visti. Se ciò è accaduto, ma non li ha razionalizzati, l’inconscio li ha percepiti di conseguenza li tira fuori». Da tener presente però che questi metodi sono consigliabili solo quando c’è la volontà dell’individuo già coinvolto nella testimonianza, considerata la netta differenza tra l’induzione ipnotica e la macchina della verità; infatti quest’ultima è indicata per un imputato allo scopo di capire se mente o meno, il quale difficilmente in fase ipnotica si lascerebbe andare totalmente considerato che mediante l’ipnosi non si può mai costringere qualcuno a fare cose contro il proprio volere.